Ex-Co, Conoci si astenga dalle fake news

ALGHERO – “Dire che sulla base della intesa istituzionale del 2007 tra Regione Sardegna e Comuni del nord ovest dell’Isola, Conoci ieri abbia recuperato tre milioni di euro, è una delle peggiori fake news mai sentite. Che le scriva un Sindaco è molto grave”. Così i consiglieri di opposizione Mario Bruno, Gabriella Esposito e Pietro Sartore riguardo la nota stampa dell’amministrazione sull’ex-cotonificio e sull’ottenimento dei fondi.

“Cosa diceva infatti l’intesa istituzionale firmata da Soru e Tedde nel 2007 sull’ex cotonificio di Alghero? Testualmente: “trasferimento a favore del Comune di Alghero dell’ex cotonificio al fine di utilizzarlo per scopi culturali e sociali”. Punto. Non una parola di più. “Sapete perché abbiamo potuto nel 2016 partecipare al bando per “la progettazione e la realizzazione di opere necessarie alla rifunzionalizzazione di beni regionali” candidando l’ex cotonificio? Proprio perché era un bene regionale e non comunale. Tant’è che l’ex cotonificio lo abbiamo ottenuto, sulla base di una nostra delibera, in comodato e non in proprietà , come invece stabiliva l’inutile intesa di Tedde”.

“E grazie a questo requisito, insieme alla bontà del nostro progetto, nel 2016 abbiamo vinto il bando ottenendo 3.176.000 euro; abbiamo avviato la progettazione partecipata col quartiere di Sant’Agostino, aggiudicato il progetto alla Politecnica di Milano, impresa leader di progettazione. Siamo ormai nella fase che precede i lavori. L’ex cotonificio diventerà Centro di creatività, di aggregazione, di nuovi antichi e mestieri, di convegnistica, musica e teatro, attorno a verde e parcheggi. Comprendiamo la triste e disperata ricerca di attribuzione di meriti da parte di questa attuale amministrazione con forme che rasentano orma il ridicolo.”

“E’ naturale che le amministrazioni che si avvicendano portino avanti in continuità i lavori della precedente. Conoci abbia la decenza di tagliare i nastri, di perfezionarli senza pasticci, con onestà intellettuale, riconoscendo che gli algheresi non sono così smemorati”.