“Di Gangi stia sereno, dopo 100 giorni: un tavolino”

ALGHERO – “Dopo aver dimostrato manifesta incapacità e dopo aver fallito, mi permetterei anche di continuare l’opera demolitrice, con una forsennata voglia di distruggere il lavoro altrui, con un mix letale dato da innato narcisismo e incapacità di accettare la sconfitta. Dovrei vergognarmi, darmi al bricolage”. Cosi Mario Bruno, ex-sindaco e attuale consigliere di opposizione che replica all’assessore Di Gangi in quello che è diventato il terreno di scontro di queste settimane ovvero la gestione del Turismo ad Alghero.

“Sono alcuni dei complimenti che mi ha rivolto in queste ore l’assessore comunale al turismo, Marco Di Gangi, che immagino sappia – può non piacere, ma deve prenderne atto – che il mio ruolo attuale mi impone l’opposizione, sul merito, ma opposizione. E mi scuserà se dico che mi sembra un po’ pochino che in oltre cento giorni abbiano solo proposto (proposto, non realizzato) un tavolo. Un tavolino. Il cui regolamento deve ancora passare in commissione e in aula. Anche se avessi voglia di distruggere il lavoro altrui (tutto il contrario, sto cercando di collaborare anche perché stanno solo attingendo a piene mani al lavoro nostro, legittimamente), non saprei come distruggere il vuoto, il niente”.

“E il merito dell’argomento è questo: nell’ultima parte della nostra consiliatura abbiamo modificato lo Statuto della Fondazione Alghero per permettere ai privati (Parco, Sogeaal, Confcommercio, Consorzio del Porto e altri) di entrare in assemblea e programmare davvero insieme, apportare capitali anche minimi, decidere insieme strategie e eventi. Entrando dalla porta principale. Perché accontentarsi di un tavolo, di un tavolino? Bene, questa tesi elementare è stata accolta da Marco Di Gangi con una permalosità e una acidità che supera ogni valore consentito dal ph e dal confronto civile, vista come lesa maestà. Ho perso le elezioni, non dovrei più parlare, dovrei vergognarmi, ritirarmi a vita privata, dovrei darmi al bricolage”.

“Perché? In politica si vince e si perde. Si accettano i ruoli. Si guarda al bene comune. Non replicherò con lo stesso tono, perché non sono adirato, perché resto una persona equilibrata e mite, e lo perdono per il momento politicamente difficile che vive e soprattutto perché il tempo è sempre galantuomo. Basta aspettare, neanche tanto, operosamente.” 

Nella foto Mario Bruno

S.I.