Crisi Sassari, sprofonda il territorio

SASSARI – Non c’è pace a Palazzo Ducale. Quattro anni di liti, diatribe, discussioni e scontri. Tutto è nato dal risultato delle primarie che incoronò Nicola Sanna come candidato (vincente) a sindaco. Un risultato da subito non accolto con grande entusiasmo dallo stesso Partito Democratico. Del resto Sanna vinse per 50 voti rispetto ad Angela Mameli. Ma non si trattò, evidentemente, di un osteggiamento pregiudiziale, ma, a posteriori è stato più chiaro, di un timore rispetto a quelli che dovevano essere i traguardi da raggiungere e che, in effetti, non sono stati raggiunti. Qualcuno, però, direbbe: sono le Primarie bellezza.

Ed è cosi che, nonostante i mal di pancia iniziali, l’amministrazione prese il via. Il percorso, com’è noto, è stato a dir poco travagliato. In diversi momenti, lo stesso Partito Democratico, e in generale il Centrosinistra, ha cercato di modificare interrompere il tracciato e poi di modificarlo (in meglio) con anche l’innesto di ulteriori di figure assessoriali. Ma, poco o niente è cambiato. Almeno nei rapporti interni ai dema e alleati. Fino ad arrivare ai giorni nostri in cui la mozione per defenestrare dal Consorzio Industriale del presidente Taula è giunta in Consiglio. L’ennesima questione che ha visto contrapposta la maggioranza del Pd rispetto al Primo Cittadino.

I Aula sono stati, soprattutto, la capogruppo Carla Fundoni, il vice Giuseppe Masala, il presidente della commissione Programmazione Salvatore Sanna e il consigliere Stefano Perrone a criticare, anche aspramente, fino a che Sanna ha parlato addirittura di “vilipendio”, l’operato del Sindaco e anche dell’operato del Consorzio Industriale di Sassari, Alghero e Porto Torres. Per alcuni è una questione di poltrone, ma è più verosimile che si tratti di definire, o meglio, aggiustare, quel famoso percorso in vista in particolare dei prossimi appuntamenti amministrativi.

I leader del Partito Democratico vogliono provare ad invertire la rotta e dunque riuscire a non perdere ulteriori consensi in vista del voto per le Regionali e Comunali. Perciò sarebbe indispensabile interrompere l’attuale percorso amministrativo. Ma, a quanto pare, se buona parte del Pd sarebbe pronto sfiduciare Sanna, quest’ultimo potrebbe trovare sponda in altri gruppi politici presenti nella massima assise turritana. Il classico gioco delle parti che non fa presagire niente di buono e che vedrà ancora un generale pantano poco utile alle reali necessità dei cittadini e, vista l’importanza di Sassari, questo è (da tempo) un grave problema per l’intero territorio del Nord-Ovest della Sardegna. Questo anche a seguito della fine politica delle Province. Enti rimasti in piedi solo per l’organigramma tecnico, mentre la preziosa connessione coi territori e sovraordinata regia è stata avventatamente cancellata. In questo scenario, Centrodestra (civico e autonomista) e 5 Stelle si fregano le mani, molto meno imprese, famiglie e in generale i sardi che vivono in questa area potenzialmente ricca, ma in eterna crisi, della Sardegna.

Nella foto il sindaco Sanna in una cerimonia

S.I.