Bruno sgrida Pd-Sinistra: è scontro

ALGHERO – “Se la canta e, allo stesso tempo, se la suona, oramai non sa più cosa inventarsi”. Parole non certo dolci che però non possono non avere un loro senso se provenienti dalla medesima area del Sindaco. Ciò, dopo aver preso atto di quanto emerso, anche oggi, da media e social. Da una parte l’endorsement (a dir poco inutile, arrivando dal suo “delfino”) di Raimondo Cacciotto, dall’altra il suo ennesimo post in cui commenta in maniera aspra e perfino velenosa alcune delle lievissime critiche emerse dai commenti giornalistici che, non fanno altro, che riportare, anche in maniera non così veemente, quella che è la verità dei fatti politici di questi giorni.

In sintesi: la maggioranza delle forza politiche di Centrosinistra non vogliono un “Bruno-bis”. Non solo la possibilità che si avveri, ma neanche il tentativo ovvero la candidatura. Ed è cosi che il Sindaco a fine mandato (perchè è certo che si voti entro questo giugno e comunque se ci sarà un rinvio da fine maggio arrivano i commissari nei comuni in scadenza) sbotta e, considerando che usa un mezzo pubblico, dà una randellata ai suoi (ex?)-sostenitori che, rei di aver palesato alcune critiche, finiscono dietro la lavagna.

“Refrattario al gioco di squadra, decisionista e con un caratteraccio”, questo dicono di me le forze politiche che vorrebbero sostituirmi, secondo quanto riporta oggi La Nuova, cavolo, scrive Bruno su facebook – prima, di me dicevano che ero uno che faceva squadra e che cercava sempre la condivisione. Sarà che il ruolo di sindaco porta sempre a fare sintesi, dopo tante parole e posizioni diverse, altrimenti non si decide mai niente, non si amministra; sarà che ho dovuto gestire una maggioranza in cui tutti erano tredicesimi, ogni posizione singola, ogni mal di pancia politico o no di ciascuno, poteva essere determinante per mandare a casa tutti; sarà che sono mancate e mancano le forze politiche capaci di fare filtro interno e di portare decisioni collegiali già definite; sarà che se avessi mostrato debolezza saremmo stati tutti a casa da tempo e saremmo stati considerati mollicci, senza carattere, anche contro un’opposizione pregiudiziale e cattiva a cui spesso ho dovuto rispondere personalmente”.

Ostinarsi a modificare la realtà sotto gli occhi di tutti non è utile. Infatti come noto è proprio grazie anche agli “andamenti oscillatori” del Consiglio, con uscite e soprattutto ingressi (vedi Partito Democratico), che Bruno è potuto arrivare fino alla fine, altrimenti, parla la storia di questi anni, la sua esperienza sarebbe durata neanche mezzo mandato (vedi uscita Udc e Upc). Dunque parlare “opposizione pregiudiziale e cattiva” è perlomeno bizzarro almeno per chi segue le vicende locali per lavoro.

Ma, a parte questo passaggio, ciò che salta agli occhi è la veemenza e durezza delle parole usate dal Sindaco in riferimento alla “sua (ex?)maggioranza”. A queste, seppur in maniera garbata e alquanto criptica, ha già replicato Giusy Piccone (consigliere comunale eletta con la sua lista civica e poi creatrice del gruppo di Campo Progressista con Matteo Tedde): “non commento la parte sul carattere. Ma non accetto di essere considerata una tredicesima. Perché mai ho esercitato veti, mai avuto “mal di pancia”, mai chiesto nulla”. Anche in questo caso: più chiari di così.

Anche se alla fine, di tutta questa storia, in generale oramai verso l’epilogo, almeno sotto queste forme, non possono non essere considerate delle sfumature che però diventano dettagli e perfino evidenze da parte di chi non ha voluto mollare in alcun modo la poltrona e il suo posto di comando (come, per certi versi, è anche giusto che sia). In particolare una domanda: ma non è che è proprio Mario Bruno a non voler più essere candidato a Sindaco? Ai posteri la (non neanche così tanto) ardua sentenza.

Nella foto il Consiglio Comunale

S.I.