Alghero, primavera da brividi: urge scossa

ALGHERO – “Siamo veramente preoccupati, la condizione delle nostre attività è molto a rischio con i conti in rosso e soprattutto non si vede, a breve, un miglioramento”. Sarà il clima, la crisi generale, i lacunosi e costosissimi trasporti, ma la situazione ad Alghero non è certo rosea. Basta farsi un giro in questi giorni. Qualche turista, pochi algheresi in giro e neanche l’ombra di villeggianti regionali. Certo, come detto, incide la coda autunnale con temperature mai viste nella primavera catalana, però è a dir poco da sprovveduti pensare che una località turistica della nomea e valore di Alghero possa vivere unicamente grazie al caldo. Aggrapparsi solamente alla “danza del sole” è piuttosto puerile e un luogo che vive di accoglienza non se lo può permettere.

Anche ieri l’ulteriore controprova: quasi tutte le pizzerie del centro chiuse. “Siamo disperati sembra di essere ritornati al Medioevo”, ha tuonato il titolare di uno dei pochi bar aperti dopo le 8 di sera, “se non si fa qualcosa anche io sarò costretto a chiudere perché non possono bastare due mesi di incassi buoni per sopportare un’intero anno di difficoltà“. Inutile additare questi o quelli. Oramai ad Alghero è evidente che c’è una totale separazione tra la realtà e la sua narrazione. Le colpe sono di tutti, ma non è questo un Tribunale. Al massimo si può certificare, non con grande rammarico, che cosi non si può più andare avanti. Il comune catalano d’Italia deve ritornare al più presto ad essere attrattivo e vivo, sempre.

Nella foto via Columbano ieri sera alle 21

S.I.